Formazione accademica a costo zero. Non è un sogno, ma una realtà consolidata a livello internazionale, che si può racchiudere in una formula magica: Massive Online Open Courses (MOOC). Chi segue un MOOC guarda un video comodamente da casa e svolge dei test inerenti alla lezione. Inoltre ha a disposizione un forum in cui interagisce con gli altri studenti del corso.

 

COME NASCONO I MOOC

MOOC è un termine nato nel 2008 per indicare un corso di Connettivismo e Conoscenza Connettiva tenuto da un docente dell’università canadese di Athabasca e da un altro professore del National Research Country. Alla serie di lezioni  hanno preso parte oltre 2.200 studenti di tutto il mondo, da remoto. Un’iniziativa senza precedenti che preannunciava una svolta nel mondo della formazione accademica. Svolta che non si è manifestata nell’immediato. Solo nel 2011, infatti, la Stanford University ha lanciato tre MOOC, uno dei quali raggiunge   quota 160mila partecipanti. Il docente di questo corso, Sebastian Thrun, resosi conto dell’opportunità offerta da questa nuova tipologia di corsi, ha dato vita a Udacity una delle piattaforme MOOC più conosciute.

QUALI SONO I PIU’ NOTI

Con Udacity, la piattaforma MOOC più nota è Coursera. Fondata dai Professori Andrew Ng e Daphne Koller della Stanford University, offre corsi in molte lingue diverse e conta 24 milioni di studenti, 2mila corsi online, e quasi 150 partner coinvolti.

Canvas Network funge anche da motore di ricerca per corsi online che non sono gestiti direttamente dalla sua piattaforma. I termini di rilascio del certificato di frequenza a fine corso sono decisi dagli autori dei diversi corsi. Prevista anche una serie di corsi a pagamento. Completamente gratuite, invece, sono le lezioni EDX, progetto ideato dal MIT di Boston e dall’Università di Harvard. Se si vuole avere una certificazione è necessario pagare una quota. Emma è l’acronimo di “European Multiple MOOC Aggregator”, un progetto co-finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge diversi partner, tra cui importanti università europee. Per restare in ambito europeo, Alison è stata fondata a Galway in Irlanda, nel 2007 dall’imprenditore Mike Feerick ed è salita alla ribalta grazie ai suoi 5 milioni di studenti in 200 paesi.

BOOM DI ISCRIZIONI, MA GLI EFFETTI?

La formula dei MOOC convince gli studenti. Perché dire di no a dei corsi gratuiti di alta formazione? I numeri dei massive courses sono sorprendenti, proprio a partire dalle iscrizioni: secondo una ricerca condotta da Coursera, al 31 luglio 2015 si contavano 18 milioni di frequentanti di uno tra gli oltre 2.400 corsi attivi in tutto il mondo. E il numero degli atenei che li ospitano era pari a oltre 400 in tutti il mondo. La maggiore concentrazione di MOOC è – e non poteva essere altrimenti – negli Stati Uniti: la top 25 degli atenei Usa organizza MOOC per i propri studenti, o per coloro che in futuro vorranno diventarlo.

Cifre che testimoniano il potenziale innovativo dei MOOC in termini di prezzo, tecnologia e anche dal punto di vista pedagogico. Ma c’è una nota dolente. È vero, la formazione accademica gratuita on line sfrutta la possibilità di avere un bacino di utenti potenzialmente illimitato e di offrire conoscenze provenienti da culture e Paesi differenti. Ma la sua strategia formativa, basata com’è esclusivamente su strumenti digitali, lascia a desiderare sotto il profilo dell’esperienza utente. Del resto, guardare un video di una persona che parla per un’ora di fronte ad un’aula potrebbe non essere esaltante anche per lo studente più motivato. Ne consegue un divario tra tasso di iscrizione e di completamento dei corsi, dato che rappresenta di fatto il vero e proprio tallone d’Achille dei MOOC. Inoltre, è la stessa natura dei corsi accademici gratuiti online a non consentire di ridurre il tasso di abbandono. Quando pagano una retta, gli studenti tendono a perseverare nello studio, dal momento che ci hanno investito. Finché i MOOC saranno gratuiti, niente vincolerà a concludere il corso con profitto chiunque li frequenti.

Ma c’è di più. Una ricerca di Coursera indica che circa l’85% dei propri utenti possiede già un titolo di studio, il 75% possiede una laurea, il 73% un lavoro full-time. Quindi la partecipazione alle lezioni di massa gratuite aggiunge di fatto poco o nulla al mondo della formazione accademica. Non sempre si tratta di corsi che consentono l’accesso a nozioni accademiche a chi non può permettersi una formazione di livello, e costosa. Gli studenti preferiscono integrare le proprie conoscenze, o tuttalpiù usare i MOOC proposti da un ateneo come un modo per saggiarne il livello, prima di iscriversi ai suoi corsi tradizionali.

Non una rivoluzione come si annunciava, quella dei MOOC. Complice, anche, una certa diffidenza da parte del mondo del lavoro nei confronti delle certificazioni ottenute attraverso i MOOC. È ancora diffuso il pregiudizio verso una formazione accademica che prescinde da lezioni frontali ed esami che non siano virtuali. Sembra quasi che i crediti assegnati dai MOOC di un ateneo valgano meno rispetto a quelli riconosciuti dalla stessa università per un corso tradizionale. E questo non può che essere un problema per uno studente, specie in un momento in cui la ‘bontà’ della certificazione pesa, in sede di colloquio di lavoro, quasi quanto le stesse skills del candidato.